Figure eminenti della glaciologia italiana

 

Antonio Stoppani (1824-1891)

Acuto osservatore e grande viaggiatore, l’umanista Antonio Stoppani coltivò la sua grande passione per le Scienze Naturali imponendosi presto all’attenzione della comunità scientifica. Poliedrico ricercatore, padre riconosciuto della Geologia italiana, compendiò il suo sapere e l’abilità dialettica nel volume “Il Bel Paese” (1876), capolavoro della divulgazione naturalistica italiana dell’Ottocento. In alcune “serate” di questo libro e in altri scritti emerge il grande interesse per la dinamicità dei ghiacciai antichi ed attuali di cui Stoppani seppe cogliere, primo in Italia, aspetti anche molto particolari. E’ il caso delle devastanti rotte glaciali di cui ebbe modo di osservarne gli effetti durante le visite ai ghiacciai dei Forni e del Belvedere.

 


Carlo Somigliana (1860-1955)

Primo Presidente del Comitato Glaciologico Italiano (1910-1953), dopo aver già presieduto la Commissione Glaciologica Italiana. Autorità indiscussa della Fisica Matematica ed esperto alpinista, coniugò la sua dottrina con la passione per la montagna elaborando una fondamentale teoria matematica in base alla quale si può ricavare la profondità di un ghiacciaio e la configurazione del profilo del fondo dalle misure superficiali di velocità.
Impareggiabile animatore degli studi glaciologici in Italia, nel 1914 avviò la pubblicazione del Bollettino del Comitato Glaciologico Italiano con un programma “semplice e preciso nelle sue linee fondamentali: raccogliere coi metodi scientificamente più attendibili il maggior numero di dati utili dal punto di vista fisico, idraulico e morfologico per lo studio del fenomeno glaciale nelle nostre Alpi”.

 


Federico Sacco (1864-1948)

Insigne studioso della Geologia delle Alpi Occidentali, fu  membro fondatore della storica “Commissione per lo studio dei ghiacciai italiani” istituita dal CAI nel 1895 e a lungo Vice Presidente del Comitato Glaciologico Italiano. Dedicò un centinaio di pubblicazioni della sua prodigiosa produzione scientifica al glacialismo quaternario e recente. Sostenne la necessità di sistematiche campagne di rilevamento dei ghiacciai che riteneva sensibili indicatori climatici ed  incentivò l’utilizzo della fotografia avendone intuito l’insostituibile valore documentale. Le sue doti di acuto osservatore e di formidabile camminatore gli consentirono di documentare capillarmente le tracce degli antichi ghiacciai che fissò in decine di carte di immediata lettura. A buon diritto può esser considerato anche un testimone del glacialismo recente perché la sua lunga vita attraversò significativi momenti di trasformazione del paesaggio glaciale, dagli epigoni della Piccola Età Glaciale alla marcata contrazione degli anni 1940.

Il bacino glaciale del Belvedere nella carta “Il Quaternario nel Gruppo del Monte Rosa” di F. Sacco (1942). Le carte glaciologiche di questo Autore si connotano per la grande resa cromatica e plastica della simbologia, anche se a scapito dei reali rapporti di scala.
 


Olinto Marinelli (1874-1926)

Geografo, cartografo, infaticabile esploratore, Olinto Marinelli raccolse l’eredità scientifica del padre Giovanni, dando grande impulso allo studio delle forme del paesaggio che compendiò nell’insuperato “Atlante dei tipi geografici” (1922), opera monumentale di cui è stata proposta (2004) una riedizione aggiornata.
Membro del Comitato Glaciologico Italiano fin dalla fondazione, dedicò al Glacialismo alcune tavole del proprio Atlante ed una pregevole monografia statistico-descrittiva sui ghiacciai delle Alpi Venete, ritenuta opera-guida alle ricerche glaciologiche.

 


Umberto Mónterin (1887-1940)

Brillante figura di naturalista, geografo e glaciologo, nel 1925 assunse la direzione dei Regii Osservatori Geofisici e Meteorologici del Monte Rosa, gruppo sul quale raccolse una quantità estesissima di informazioni storiche, glaciologiche, meteorologiche e di dati strumentali. La parte più originale delle sue ricerche riguardò il collegamento delle variazioni glaciali con le variazioni del clima, studiato sotto l’aspetto della temperatura e delle precipitazioni e delle mutue influenze di questi due fattori. E all’avanguardia per i tempi furono anche le sue ricerche sperimentali in alta quota  sull’ablazione e sulla condensazione occulta. Fu Segretario del CGI e coordinatore delle campagne glaciologiche.


Giulio De Marchi (1890-1972)

Ingegnere idraulico insigne, fu Presidente del Comitato Glaciologico Italiano dal 1955 al 1968, periodo nel quale venne pubblicato il Catasto dei Ghiacciai Italiani, affidato alla direzione di Giuseppe Nangeroni. Vinse la cattedra di Idraulica all’Università di Pisa nel 1922 e fu professore ordinario di Idraulica al Politecnico di Milano dal 1928 al 1965. Gli fu conferita la Laurea honoris causa all’Università di Grenoble ed al Politecnico di Zurigo. Fu vicepresidente dell’International Association of Hydrological Sciences /Association internationale des sciences hydrologiques dal 1948 al 1957.
Tra i fondatori del Servizio Idrografico Italiano nel 1920, ne fu direttore fino al 1931, dando forte impulso al monitoraggio idrometrico dei bacini a regime nivo-glaciale, in vista della progettazione e l’esercizio di numerosi impianti idroelettrici che egli studiò approfonditamente, contribuendo con rilevanti memorie scientifiche.

 


Giuseppe Nangeroni (1892-1987)

Figura di spicco nel campo della Geografia Fisica, dedicò gran parte dei suoi studi all’ambiente montano, prediligendo la morfologia glaciale ed il glacialismo attuale. Resse a lungo la Presidenza del Comitato Scientifico del Club Alpino Italiano e di molte altre istituzioni accademiche e scientifiche. Assai intensa fu la sua attività all’interno del Comitato Glaciologico Italiano, come operatore glaciologico e successivamente come coordinatore del settore lombardo. In occasione dell’Anno Geofisico Internazionale 1957-1958 presiedette la Commissione che tra il 1959 ed il 1962 portò alla realizzazione del “Catasto dei Ghiacciai Italiani” in quattro volumi. È stato autore di circa cinquecento lavori scientifici e di alta divulgazione e curatore di testi scolastici.

SMIRAGLIA C., In memoriam: Giuseppe Nangeroni (1892-1987)

 


Ardito Desio (1897-2001)

Ardito Desio, esempio di eccezionale longevità scientifica espressa in molte discipline delle Scienze della Terra, riservò alla Glaciologia una particolare predilezione. In 70 anni di ricerche condotte sui ghiacciai delle Alpi e dei principali gruppi montuosi del pianeta, Desio raccolse una mole impressionante di dati descrittivi e quantitativi.
La monumentale monografia sui ghiacciai dell’Ortles-Cevedale è un corpus insuperato che compendia decenni di minuziose indagini sul campo. Questo lavoro venne pubblicato nel 1967, anno in cui A. Desio assunse la presidenza del CGI, che resse sino al 1975 portando la sua indiscussa esperienza di ricercatore, comunicatore ed organizzatore. Diede nuovo impulso alle attività glaciologiche e rivitalizzò lo storico Bollettino, organizzando anche i primi convegni glaciologici italiani (Bormio 1970, Courmayeur 1971, Trento 1973, Udine 1975).

OROMBELLI G., Ardito Desio and the Italian Glaciological Committee (CGI)
OROMBELLI G., Ardito Desio and his contribution to Physical and Geomorphology

 

Antonio Stoppani (1824-1891)

Great observer and explorer. Although a human geographer, his passion for natural sciences led to great advancements on the scientific community. Multi-disciplinary researcher, Stoppani is considered the ‘Father’ of Italian Geology which was superbly explained in his greater work on natural sciences “Il Bel Paese” (The Beautiful Country) (1876). In Stoppani’s work we can find the first observations about Italian glaciers with peculiar informations about past and contemporary glacier dynamics. Stoppani made first observations about the spectacular outburst floods on two well studied italian glaciers: Ghiacciaio dei Forni and Ghiacciaio del Belvedere.

 


Carlo Somigliana (1860-1955)

First President of the Italian Glaciological Committee (1910-1953), after being President of the Italian Glaciological Commission. Great Physicist and Mathematician Carlo Somigliana was also an expert mountaineer. His passion for the mountains and his understanding of the physics were greatly combined when he derived a simple relationship to obtain ice-thickness estimates and bedrock morphologies from surface velocity data. Great leader of glaciological research in Italy, in 1914 started the publication of the Bollettino del Comitato Glaciologico Italiano. A simple and well defined program: collect with thorough scientific methodology the larger amount of observations about glacier physics, hydrology and morphology of our (our Italian) Alps.

(Extracted from the Journal of Glaciology (Vol. 2 October 1955 No. 18, p. 646).
Somigliana was highly respected at International level and its obituary was published by the British Geological Society in the 2nd issue of the Journal of Glaciology (page 646). ‘Carlo Somigliana, Professor Emeritus of the University of Turin, died on 20 June 1955 in his ninety-sixth year. Somigliana was internationally renowned as a mathematician and physicits and his contributions to theoretical glaciology were of considerable importance and interest. He developed a theory of glacier flow with the aim of finding a relationship and therefore a formula which would serve to determine the thickness of a glacier by means of its surface movement. The retreat of Rodano Glacier, on which observations of surface speed had previously been carried out by Swiss glaciologists, enabled Somigliana to calculate the value of the effective coefficient of viscosity of the glacier ice by means of the formulae of his theory and his knowledge of the profile of the valley bottom. The coefficient appears in the formula themselves. Somigliana’s formula has been widely applied, even recently, to determine the thickness of many glaciers. Direct evidence obtaine by other methods has confirmed its practical value.
Somigliana was the founder and President of the Comitato Glaciologico Italiano and for many years was its leading spirit. Much of his glaciological work was published in the Bullettin of that Society during the 1930’s but his famous “Sulla profondita’ dei ghiacciai” appeared in Rendiconti della R. Accademia Nazionale dei Lincei as early as 1921.

 


Federico Sacco (1864-1948)

Great geologist of the Westedn Alps, Sacco founded the historic “Commission for the study of the italian glaciers” together with the Italian Alpine Club in 1985. For a long time he was the vice-president of the Italian Glaciological Committee. He wrote about a hundred of publications on glaciers and glaciation, Quaternary and contemporary. He was active supporter of the necessity of long-term, systematic, monitoring campaigns on glaciers. He thought that glaciers were sensitive probe for the climate. He promoted the use of photography to monitor glaciers. He mapped and explored glacial deposits which allowed reconstruction of past-glacial extent. Sacco lived through a period where many changes were observed in the Alpine glaciers: from the maximum extent of the Little Ice Age through the great retreat in the 1940s.

Il bacino glaciale del Belvedere nella carta “Il Quaternario nel Gruppo del Monte Rosa” di F. Sacco (1942). Le carte glaciologiche di questo Autore si connotano per la grande resa cromatica e plastica della simbologia, anche se a scapito dei reali rapporti di scala.

 


Olinto Marinelli (1874-1926)

Geographer, cartographer and tireless explorer, Olinto Marinelli followed the scientific career of his father Giovanni. He was a great master of landscapes and geomorphology and he summarize his knowledge in the great “Atlante dei tipi geografici (1922)” which has been recently (2004) updated..
Member of the Italian Glaciological Committee since its foundation. Marinelli worked on glaciers and glaciation through many drawings on the ‘Atlas’ and a great paper on the glaciers located in the Eastern Alps (Veneto).

 


Umberto Mónterin (1887-1940)

Excellent natural scientist, geographer and glaciologist. Monterin in 1925 took the role of the Director of the Geophysical and Meteorological Observational Site at Monte Rosa. In this institute he collected an impressive amount of historical, glaciological, meteorological and instrumental data on the mountain. The most ground-breaking part of his research was exploring the link between glacier variations and climate. Such a link was analyzed through the study of temperatures and precipitation data. Noticeable were also Monterin’s experiments at high-elevation on ablation and condensation. He was secretary of the CGI and director of many glaciological campaigns.



Giulio De Marchi (1890-1972)

Eminent hydraulic engineer, he was President of the Italian Glaciological Committee from 1955 to 1968, period in which the Inventory of the Italian Glaciers, granted to the direction of Giuseppe Nangeroni, was published. He got the chair of Hydraulics at the University of Pisa in 1922 ad was professor of Hydraulics at the Polytechnic of Milan from 1928 to 1965. He was confered the “honoris causa” degree at the University of Grenoble and at the Polytechnic of Zurich. He was vice-president of the International Association of Hydrological Sciences / Association internationale des sciences hydrologiques from 1948 to 1957.
Among the founders of the Italian Hydrographic Survey in 1920, he was its director up to 1931, giving a strong drive to the hydrometric monitoring of the basins conditioned by nivo-glacial regime, in sight of the design and the operation of several hydroelectric power plants that he studied thoroughly, contributing with important memoirs

 


Giuseppe Nangeroni (1892-1987)

Important Physical Geographer. Nangeroni studied the mountainous environment in its many forms. He conducted research on glacial geomorphology and contemporary glaciology. He was for a long time the President of the Scientific Committee of the Italian Alpine Club (Club Alpino Italiano, CAI) and leader of many other academic and scientific institutions. Nangeroni was also active for the Italian Glaciological Committee as glaciological surveyor and as director of the Lombardia sector. During the International Geophysical Year 1957-1958 he was president of the Working group which realized a detailed Italian Glacier Inventory. He wrote about 500 publications scientific, academic and for the broad public.

SMIRAGLIA C., In memoriam: Giuseppe Nangeroni (1892-1987)

 


Ardito Desio (1897-2001)

Ardito Desio was an example of a long life in Science. He was a master in many disciplines of the Earth Sciences, amongst these Glaciology. In 70 years of research in the Alps and other mountain chains of the Planet, Desio collected an impressive amount of descriptions and quantitative observations on glaciers. A great example was his work on the Ortles-Cevedale glaciers, a monumental book which includes decades of field observations. This work was published in 1967 and in that year Desio became President of the Italian Glaciological Committee, role that he mantained until 1975. He led glaciological activities, he brought life to the Bullettin and he organized many glaciological meetings (Bormio 1970, Courmayeur 1971, Trento 1973, Udine 1975).

OROMBELLI G., Ardito Desio and the Italian Glaciological Committee (CGI)
OROMBELLI G., Ardito Desio and his contribution to Physical and Geomorphology

Schizzo della Vedretta Meridionale di Saent e appunti autografi di Ardito Desio redatti nell’estate 1923, nelle fase iniziale della sistematica attività di rilevamento dei ghiacciai del Gruppo Ortles-Cevedale. Una serie di libretti di campagna è conservata nella Biblioteca del Comitato Glaciologico Italiano.
La Vedretta Meridionale di Saent nel 1925 (in alto a destra) figurata da Ardito Desio in una delle 205 tavole allegate alla Monografia “I Ghiacciai del Gruppo Ortles-Cevedale” (1967-1968).